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PRESENTAZIONE DEL CLARINETTO
- 9 Marzo 2018
- Pubblicato da: Marcello Serafini
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Lo strumento musicale più antico che adotta il principio dell’ancia semplice è il memet egiziano, costituito da una coppia di canne e conosciuto dal 2700 a.C. Esistono vari tipi di strumenti che adottano questo principio tra cui le launeddas sarde, conosciute dal 900 a.C.. Sullo stesso principio si basa lo chalumeau, il predecessore del clarinetto, inventato in Francia e costituito da un tubo cilindrico di canna alla cui parte superiore c’era un’incisione fatta per ricavare l’ancia.
Il clarinetto è uno strumento traspositore, vale a dire uno strumento che quando sul pentagramma legge per esempio Do, produce un suono reale che non corrisponde al Do, ma ad un’altra nota (che è la nota in cui è “tagliato” lo strumento). Il clarinetto soprano in Si♭, nel caso specifico, legge un Do come Si♭, dunque un tono sotto. Esistono però diversi tipi di clarinetto, differenti per intonazione (ed ovviamente di grandezze diverse), che leggono tutti nella stessa chiave e con le stesse diteggiature, producendo però note reali diverse, “trasposte” appunto verso il grave o l’acuto.
Esistono varie composizioni orchestrali, specie di Richard Strauss, che richiedono la presenza del clarinetto piccolo in Mi♭ oppure nelle composizioni di Johann Melchior Molter richiede la presenza del clarinetto piccolo in re dato che in moltissime parti ha lui come protagonista. Tutte le composizioni per orchestra (esclusa quella d’archi) dalla fine del XVIII secolo includono i clarinetti soprano in Si♭ o in La. Altre partiture richiedono la presenza del clarinetto basso come, ad esempio, “Gli Ugonotti” di Giacomo Meyerbeer, l’Aida di Giuseppe Verdi e diverse opere di Richard Wagner. Altre ancora richiedono il clarinetto contrabbasso, un esempio è il Fervaal di Vincent d’Indy. I clarinetti trovano ampio spazio nelle composizioni cameristiche e negli studi. In banda è largamente presente il soprano in Si♭, meno presenti sono il piccolo in Mi♭, il contralto in Mi♭, il basso in Si♭ e il contrabbasso in Si♭.
Mentre il clarinetto soprano in La di uso concertistico ha avuto e ha ancora oggi una grande importanza come solista. Essendo un semitono sotto il clarinetto in Si♭ (E distante un tono e un semitono dalla nota reale La trasportata Do) rende il suo timbro ancora più morbido quasi ad evocare la voce umana. In ambito solista vanno ricordati il concerto K622 per clarinetto di bassetto in la, che Wolfgang Amadeus Mozart compose per il suo amico e massone Anton Stadler (Inizialmente il concerto era in tonalità di Sol Maggiore composto per corno di bassetto, catalogata K621b), il Quintetto “Stadler” K581 sempre dello stesso Mozart e il Quintetto di Brahms. In ambito orchestrale è molto usato nella musica classica come nelle ouverture delle opere ad esempio l’Idomeneo, Le nozze di Figaro e Il Don Giovanni di Mozart e Il barbiere di Siviglia di Rossini.
Il repertorio clarinettistico spazia dal classico romantico con composizioni di Mozart, Rossini, Weber, Crusell, Brahms, Schumann, Debussy, Cavallini, Saint-Saëns; al moderno con Bernstein, Copland, Poulenc, Lutoslawski, Lindberg.